Ipotiroidismo e alimentazione
Soffri di ipotiroidismo?
Ti sei mai chiesto se, oltre alla corretta terapia farmacologica, anche una corretta alimentazione potrebbe aiutarti a controllare questa patologia?
Il medico che ti segue ti ha detto di limitare l’assunzione di determinati micronutrienti e di aumentarne quella di altri, ma tu non sai dove si trovano questi micronutrienti?
Se hai risposto sì ad una di queste domande, prova a leggere questo articolo in cui parliamo di ipotiroidismo e della sua correlazione con l’alimentazione, potrebbe esserti utile!
QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DELL’IPOTIROIDISMO?
L’ipotiroidismo è una patologia molto comune caratterizzata da un insieme di sintomi specifici da carenza di ormoni tiroidei. Questo determina una riduzione del metabolismo in tutto l’organismo.
Le cause di questa patologia possono essere diverse:
- La tiroidite di Hashimoto o autoimmune, è sostenuta da un processo immunitario organo-specifico, cioè un’alterazione del sistema immunitario che porta alla formazione di auto-anticorpi diretti contro le cellule tiroidee;
- Carenza di iodio dovuta a una dieta povera di questo micronutriente;
- Tiroidectomia (asportazione parziale o totale della tiroide).
QUALI SONO I SINTOMI?
La sintomatologia tipica da ipotiroidismo è caratterizzata da:
- Stanchezza;
- Stipsi;
- Aumento o perdita di peso, non giustificate dall’alimentazione condotta;
- Dolori muscolari;
- Perdita di capelli e del canto esterno del sopracciglio;
- Tachicardia o bradicardia;
- Elaborazione del pensiero rallentata;
- Ipercolesterolemia.
COSA DEVO FARE SE HO ALCUNI DI QUESTI SINTOMI?
In caso di presenza di questi sintomi è bene escludere la presenza di patologie a carico della tiroide, quindi è consigliato controllare alcuni parametri attraverso degli esami ematici specifici, quali:
- TSH;
- FT3;
- FT4;
- AB ANTI TPO;
- AB ANTI TG.
Inoltre è solitamente consigliato effettuare un’ecografia del collo per vedere tiroide e linfonodi laterocervicali.
QUAL È LA TERAPIA PIÙ INDICATA?
In caso di diagnosi di ipotiroidismo è bene iniziare immediatamente la terapia farmacologica, che deve esser totalmente personalizzata e controllata nel tempo per verificare se sufficiente. In questi casi, infatti, va somministrato ormone sostitutivo tiroideo per sopperire alla carenza di produzione endogena (fatta dal corpo).
Sapevi che si può intervenire anche con l’alimentazione per curarsi?
Esistono degli alimenti che stimolano il corretto funzionamento tiroideo. In caso di pazienti affetti da ipotiroidismo è consigliato un consumo di alimenti ricchi di selenio, zinco e iodio.
Ma in quali alimenti posso trovare questi micronutrienti?
Lo zinco è presente:
- nei semi (di lino, di zucca, etc.);
- nel pesce;
- nella carne;
- nei funghi;
- nel lievito di birra;
- nei cereali;
- nei legumi;
- nel cioccolato.
– piccolo suggerimento: un quadratino al giorno di cioccolato fondente (superiore all’85%) fornisce la quantità di zinco necessaria all’organismo) –
Il selenio è presente:
- nelle noci brasiliane;
- nel tonno;
- nelle sardine;
- nei gamberi;
- nel fegato;
- nelle patate.
Lo iodio è presente:
- nei pesci di mare;
- nei crostacei;
- nelle uova;
- nel latte;
- nella carne.
Nelle tiroiditi autoimmuni bisogna ricordarsi che sono fondamentali anche ferro e magnesio.
Una carenza del ferro ostacola la sintesi degli ormoni tiroidei riducendo l’attività della perossidasi, che è un’enzima che favorisce la trasformazione di T4 in T3.
L’anemia sideropenica (ovvero da carenza di ferro) riduce infatti la sintesi di ormoni tiroidei e ne peggiora la funzionalità per un’inferiore vascolarizzazione.
La supplementazione di ferro migliora l’efficacia della terapia con iodio in caso di ipotiroidismo.
È importante però ricordarsi di assumerlo lontano dalla terapia tiroidea, perché può competere con il suo assorbimento.
Il magnesio, oltre a regolare la funzionalità del sistema immunitario, in alcuni studi ha dimostrato di ridurre gli auto-anticorpi tipici della tiroidite di Hashimoto, ma la casistica limitata, insieme alla possibile interferenza di fattori confondenti, rende non conclusive queste evidenze sull’utilizzo di questo minerale.
Esistono anche degli alimenti da eliminare in caso di ipotiroidismo, ma quali sono?
In pazienti affetti da ipotiroidismo bisogna consigliare l’eliminazione di alcuni alimenti, vediamo ora di quali alimenti si parla e quale è la ragione di questa raccomandazione:
- Soia – gli isoflavoni in essa contenuti, come genisteina e daidzeina, causano una diminuzione degli ormoni tiroidei. Questi, associati ad una carenza di iodio, causerebbero un continuo ed aumentato stimolo della tiroide, portando ad ipotiroidismo;
- Crucifere (cavoli, broccoli, cavolfiore, senape, cime di rapa, cavoletti di Bruxelles) – questi ortaggi possono, in forma cruda come estratti o centrifughe, interferire con il modo in cui la tiroide assorbe lo iodio, composto essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei. Se vengono cotti creano meno problemi, ma comunque è meglio evitarne un consumo frequente.
- In caso di ipotiroidismo autoimmune è utile anche eliminare latticini di origine vaccina e glutine.
Glutine e caseina sono attivatori del sistema immunitario, aumentano pertanto la permeabilità intestinale e vanno ad esacerbare l’attacco alla tiroide da parte del sistema immunitario. Per questo motivo in fase di tiroidite acuta vanno eliminati completamente; invece dopo la fase acuta si possono reintrodurre saltuariamente.